TRA LE CIGLIA

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11 - 26 febbraio 2023

una mostra a cura di Ginevra Fettolini e Sara Parolini per heartYoung

organizzata per Teatro Binario 7
da Ponte43
in collaborazione con heart-pulsazioni culturali
con il contributo di Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus

INAUGURAZIONE
sabato 11 febbraio 2023 ore 19

DOVE
vasca espositiva

ORARI DI APERTURA
da martedì a domenica dalle 15 alle 18

INGRESSO GRATUITO

Che cosa c’è tra le ciglia? in quello spazio piccolo e impercettibile, dove il nostro sguardo penetra per poi tuffarsi nel mondo? È proprio qui, in questo spazio liminare che si crea un ponte tra diverse realtà.

Un portale su una dimensione altra, dove gli elementi oggettivi del mondo di veglia vengono completamente ribaltati, rivisitati e vissuti in un mondo lontano, silenzioso e apparentemente dormiente. L’eco di un luogo sospeso tra il reale e l’onirico, abitato da creature irrequiete, dove lo slancio umano della ricerca e dell’esplorazione crea orme vive nello spazio. La natura incontaminata e pulsante di questo mondo liminare si fonde con le opere stesse: radici di stelle si diramano nello spazio, le barche navigano nei cieli, piccole e preziose stelle brillano nella sabbia.

Lo spettatore diventa pioniere ed esploratore, immergendosi in un nuovo mondo nato da una collaborazione artistica in grado di cooperare, completandosi a vicenda. Proprio per questo l’allestimento crea un climax esperienziale attraverso tre sale, attraversabili solo in modo lineare, costruendo così un habitat a metà tra l’onirico e l’extraterrestre. Giochi di luci e di ombre creano, con l’aiuto di suoni primordiali, un cortocircuito meditativo che porta lo spettatore a estraniarsi dal mondo esterno, a nuove possibili vite e portali alternativi da attraversare.

Alagi
Alagi, nome d’arte di Riccardo Rizzoli, nato nel 1999, oltre alle opere racconta storie anche con i suoi pattini. Dal 2017 gareggia in competizioni internazionali di pattinaggio freestyle ed è un allenatore qualificato FISR. Dalle radici della sua famiglia nasce il suo volto, in cui si ritrova incastrato, e che ha reso oggetto di studio e di autodefinizione. Infatti il suo nome d’arte era il nome di sua nonna, scultrice e insegnante che raccontava di essere nata nei pressi del monte Amba Alari nel 1935 in Etiopia, e che per questo i suoi genitori l‘avevano chiamata così. Ma quando morì nel 1993, sul suo certificato di nascita il nome riportato era "Angela Maria Assunta”, il luogo di nascita Palazzuolo sull'Oglio. Quando nacque pare avesse ricevuto due certificati di nascita, con due date differenti: uno etiope e uno italiano. Sulla tomba, al cimitero di Lesmo, viene scritto "poeticamente vissuta". Il volto che caratterizza gran parte della produzione di Alagi nasce da una deformazione del viso dell’artista. Le sue sculture sono pensieri taglienti ai quali ha voluto dare una fisionomia. “Imprigionare i miei pensieri in qualcosa al di fuori del mio cervello, per analizzarli, dargli vita, o per assurdo ucciderli. Le mie sculture però non hanno i miei occhi perché non voglio farglieli portare via”.

Jasmin Prezioso
L’arte di Jasmin Prezioso, classe 1998, trae origine dall’osservazione profonda del mondo e della natura, diventando un mezzo per scoperchiare la vera essenza della realtà. Il modo per arrivare all’origine alzando il Velo di Maya, liberandosi dall’intorpidimento quotidiano, grattando via gli strati dell’apparenza, arrivando così al nucleo pulsante della vita. I suoi quadri raccontano di quei lati umani che spesso vengono soppressi, dimenticati o ancora inesplorati: dal bambino interiore che esplorando si perde e del ritorno consapevole alle forme ed emozioni più naturali e primitive. La creazione di nuovi mondi dove tutto è sospeso, il tema del viaggio e le atmosfere riflessive ritornano spesso nelle sue opere, per rendere ciò l’artista non disegna quasi mai sulla tela, preferendo invece seguire il flusso di coscienza e sperimentare colori e materiali diversi con i quali analizza in profondità la natura conosciuta. Jasmin comunica principalmente tramite la pittura, passando dall’astratto al simil-figurativo, utilizzando medium molto materici, arrivando fino a creare installazioni che si pone l’obiettivo di trasformare in veri e propri ambienti. “Trovo che l’essere umano per natura sia fluido e in costante ricerca, proprio come il concetto stesso di Arte”.