La storia di Tommaso apre spazi di riflessione sul rapporto col mondo e le tappe di una ricerca di sé che prevede inevitabili scontri con l’ambiente circostante.
Tommaso ha 16 anni e da 18 mesi non esce di casa, quasi non esce dalla sua stanza. È quello che gli psicologi chiamano hikikomori, letteralmente “chi si è ritirato, chi sta in disparte”. Da un giorno all’altro, ha abbandonato tutto e si è messo a giocare ai videogame. Us, il videogioco che scandisce le sue giornate, diviene progressivamente uno spazio altro, segnato da attriti e scelte, ripensamenti e perdite. Una realtà virtuale in cui artificialmente si rivivono i grandi conflitti del Novecento, dalla ex Jugoslavia al Sudafrica di Mandela, dove si è vittima o carnefice, chiamati a vestire i panni dei guerriglieri o di manutengoli nazisti. Il gioco forma squadre da tre giocatori e le impegna in 100 campagne in un anno, una al giorno. I tre non si conoscono, non possono parlare di sé, lo dicono le regole, ma si vince solo restando tutti in vita e in accordo. Ogni giorno avranno qualcuno da salvare e qualcuno da eliminare. La Storia però può essere feroce e comportarsi da eroi non sempre è possibile, ammesso che eroe sia chi esegue gli ordini.
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Manifesto (70x100)
“Benvenuti in Us. Se avete scelto di giocare di noi, dovete sapere che la Storia può essere a volte molto feroce e che non è sempre facile essere un eroe.”
Ed è qui, in questo campo da gioco, che gli avatar Logan, Rin e Hud si uniscono in una squadra. Ma il videogioco si rivela presto molto di più di quello che avevano immaginato e i nostri tre protagonisti si ritrovano a fare i conti con loro stessi. Non sentirsi all’altezza delle richieste del mondo e delle aspettative degli altri e di se stessi; sentirsi stretti in un luogo o in una “nomea” che ci definisce e ci ingabbia; sentirsi mai abbastanza. Il videogioco sembra inizialmente dar loro una via di fuga. Diventa una possibile realtà dove rifugiarsi e scoprirsi eroi. Ma presto si ritrovano a porsi domande, fare scelte, sostenersi e accettare, anche quando le cose sembrano atroci, anche quando la storia che hanno davanti agli occhi è così terribilmente REALE. Perché non è facile obbedire agli ordini e sparare a un nemico che rappresenta i valori in cui credi, non sempre la vita ci mette davanti a decisioni facili, non sempre azione e ideali si sposano. Ed è attraverso un “semplice gioco” che tre ragazzi si incontrano e si scontrano, si conoscono e si aiutano ad affrontare i loro demoni, a studiare e pensare. Fino a che la realtà non li mette spalle al muro dando loro una nuova missione, questa volta fatta di corpi, azioni ed emozioni da cui non ci si può sconnettere.
Tratto dall'omonimo romanzo di Michele Cocchi
adattamento teatrale e regia
Valentina Paiano
con
Valentina Sichetti
Sebastiano Tamburrini
Alessia Vicardi
Alberto Viscardi
produzione
Compagnia Teatro Binario 7
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